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Disturbi dell'Apprendimento

In ambito scientifico e culturale vi è un ampio dibattito sui Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), in Italia accompagnato dalla promulgazione della Legge n° 170 del 8 ottobre 2010 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico). 
 

Si stima che la prevalenza dei DSA nel nostro paese sia compresa tra il 2,5  ed il 3,5% all'interno della popolazione in età evolutiva (Consensus Conference). Spesso questo si accompagna ad un abbassamento del livello scolastico - con abbandono della scuola secondaria di II grado - per le difficoltà vissute a livello individuale.

 

E' facile immaginare che questi disturbi coinvolgano più attori:

  • famiglia

  • scuola

  • servizi sanitari specialistici

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Ma innanzitutto chiediamoci quale sia la differenza tra difficoltà e disturbo di apprendimento.

Nel primo caso, ci si riferisce ad una generica e qualsiasi difficoltà che uno studente può incontrare nello svolgimento del suo percorso scolastico. Nel secondo caso, si tratta di un deficit più severo e specifico che può essere verificato attraverso un procedimento clinico-diagnostico (Cornoldi, 1999; 2007).

Il disturbo è: innato, resistente all'intervento, resistente all'automatizzazione. La difficoltà non ha alcuna di queste caratteristiche.

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A questo punto ci si può interrogare sul perché intervenire, prima con la diagnosi e poi con il trattamento/potenziamento.

Perché lo studente con un DSA può migliorare a seguito di uno specifico trattamento e con l'ausilio di strumenti scolastici adeguati (si parla di strumenti compensativi e dispensativi).

Non intervenire significa non tener conto innanzitutto di una situazione oggettiva inerente al disturbo in sè; secondariamente può innescare un disagio psicologico, con problemi legati all'autostima e di adattamento, influendo sul rendimento scolastico in generale e sulla personalità.

Ogni studente con un DSA è diverso, ha bisogni specifici personali ed è a questa singolarità ed unicità della persona che occorre guardare.

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E' bene rassicurare i genitori sul fatto che questi disturbi, ad oggi, sono spiegati sulla base di una disfunzione neurobiologica, che non si tratta di una 'patologia' acquisita, non: "è colpa di", né di un problema di carente intelligenza. Ed è sicuramente fondamentale che essi comprendano l'importanza di intervenire perché, ad esempio, aumentare e migliorare  la velocità di lettura attraverso strategie di trattamento ad hoc, è indispensabile per riuscire a leggere in maniera autonoma i testi.

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Ma cosa sono i DSA?

Si tratta di disturbi che coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. 
Sono definite le seguenti condizioni cliniche:
dislessia, è il disturbo nella lettura (intesa come abilità di decodifica del testo);
disortografia, è il disturbo nella scrittura (intesa come abilità di codifica fonografica e competenza ortografica);
disgrafia, cioè disturbo nella grafia (intesa come abilità grafo-motoria);
discalculia, infine,  è il disturbo nelle abilità di numero e di calcolo (intese come capacità di comprendere e operare con i numeri).

Il DSA è un disturbo cronico, la cui espressività si modifica in relazione all'età e alle richieste ambientali.

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La Diagnosi

Proprio perché si tratta di disturbi legati all'apprendimento scolastico, una diagnosi di DSA avviene in una fase successiva all'inizio del processo di apprendimento scolastico. È necessario infatti che sia terminato il normale processo di insegnamento delle abilità di lettura e scrittura (fine della seconda primaria) e di calcolo (fine della terza primaria). 

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Il Trattamento

Il trattamento deve assere specifico e mirato per  i DSA.

Ad esempio, si pensa generalmente che l'esercizio migliori le prestazioni: "se leggi di più, migliori!" Niente di più errato nel caso di uno studente con dislessia. E' anche controproducente, perché può innescare reazioni di rifiuto. E' invece opportuno stimolare e accrescere la motivazione rendendo più semplice il compito di lettura: leggere al posto suo, introdurre strumenti facilitanti quali registratori o sintesi vocalica.

E' importante intervenire non soltanto per migliorare le competenze scolastiche specifiche, ma anche per quelle sociali, per le problematiche emotive e per il senso di inferiorità che, ingiustamente, sentono in se stessi gli studenti con disturbi di apprendimento.

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Cosa osservare

Ci sono vari segni del disturbo che possono essere osservati a scuola.

Nei primi anni della scuola primaria si presentano:

  • difficoltà nell'apprendimento della corrispondenza tra grafema e fonema

  • una lettura ad alta voce lenta, imprecisa e stentata

  • errori ortografici

  • difficoltà nel comprendere il valore di quantità di un numero

Nell'ultimo biennio delle  elementari:

  • è possibile trovare difficoltà nella lettura di parole lunghe: si possono saltare parti di parole

  • una produzione scritta molto povera e con errori ortografici

  • fare confusione su parole dal suono simile

  • difficoltà con le procedure del calcolo, sia scritto che a mente

Ambiti di intervento

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Diagnosi e Trattamento:

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  • Dislessia

  • Discalculia

  • Disortografia

  • Disgrafia

  • Metodo di studio

  • Motivazione

  • Sostegno psicologico

Maria Cristina Arpaia © Copyright
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